Respirazione orale nel bambino
La respirazione orale nel bambino è spesso una necessità, specialmente quando un’infezione respiratoria chiude i passaggi nasali. Questo tipo di respirazione non consente una filtrazione completa dell’aria come la respirazione nasale.
Secondo le statistiche riportate dall’Associazione Italiana per la Prevenzione della Respirazione Orale (AIPRO) un bambino su 3 respira male, spesso con la bocca invece che con il naso, e il fenomeno è in aumento negli ultimi anni.
Il bambino respira con la bocca quando le vie aeree superiori sono ostruite per varie cause:
- Problemi anatomici: il più comune è il setto nasale deviato. Quindi la cartilagine e l’osso che separano le narici del bambino si trovano in posizioni anormali, causando difficoltà respiratorie.
- Apnee notturne: le vie aeree superiori del bambino sono in qualche modo bloccate e il bambino russa mentre dorme, questo può essere dovuto per esempio alle adenoidi o alle tonsille ingrossate.
- Muco: se il naso del bambino è ostruito dal muco, per necessità, dovrà respirare attraverso la bocca.
Conseguenze della respirazione orale nel bambino
Il bambino che non riesce è respirare con il naso, di giorno passa buona parte del tempo stando a bocca aperta senza accorgersene, e di notte, durante il sonno, tende a russare.
Questi bambini si ammalano spesso, trascorrendo i mesi invernali o la maggior parte dell’anno con raffreddori continui, riniti, otiti, tonsilliti, adenoiditi, asma, allergie, intolleranze alimentari, e a scuola hanno difficoltà di apprendimento, di memorizzazione o calo dell’attenzione.
Che cosa provoca, a livello ortodontico, la respirazione orale nel bambino?
La disfunzione respiratoria può influenzare il tipo di crescita e lo sviluppo del cranio, conferendo al bambino la cosiddetta facies adenoidea e alterandone l’occlusione dentale.
Infatti, per poter respirare con la bocca, il bambino deve aprire la bocca e abbassare la lingua estendendo la testa all’indietro. La postura bassa della lingua fa mancare la sua pressione sul palato e la sua azione di modellamento sul mascellare superiore, mentre fa prelevare la pressione sulle guance.
Qual è il risultato di queste azioni?
Sì, vorrei saperene di più!
Uno squilibrio pressorio che porta a un deficit di sviluppo del mascellare con conseguente palato stretto e contrazione dell’arcata superiore. Clinicamente questa condizione può manifestarsi con un morso crociato posteriore.
Può anche verificarsi il processo inverso, ossia, alcuni tipi di malocclusioni possono anche favorire l’instaurarsi della respirazione orale e il conseguente sviluppo di sindromi ostruttive, innescando così un circolo vizioso difficile da interrompere.
Spesso sono i pediatri a individuare la disfunzione respiratoria e a consigliare ai genitori una visita specialistica per il bambino, che viene indirizzato all’orinolaringoiatra e all’ortodontista. Di fronte alle patologie respiratorie ostruttive, infatti, è sempre più chiara la necessità di un approccio diagnostico e soprattutto terapeutico multidisciplinare.
Come riconoscere i disturbi respiratori nel bambino
Il colloquio preliminare con i genitori e la valutazione dell’aspetto del bambino sono i primi mezzi che consentono all’ortodontista di riconoscere e intercettare precocemente la presenza di disturbi respiratori.
Le caratteristiche facciali tipiche dei bambini che respirano con la bocca sono:
- Viso stretto e lungo
- Sguardo spento con le palpebre che sembrano cadenti e occhiaie accentuate
- Zigomi appiattiti o assenti
- Naso stretto con narici piccole
- Labbra screpolate
- Bocca semiaperta con labbro superiore corto e ipotanico e labbro inferiore rovesciato nella postura
In base all’esame clinico l’ortodontista può definire la modalità respiratoria del bambino sfruttando l’ausilio diagnostico di alcune prove funzionali e delle indagini strumentali radiografiche eseguite di routine per la valutazione ortodontica del paziente, come il telecranio latero-laterale e postero-anteriore.
Questi sono degli esami non invasivi, che richiedono una moderata somministrazione di raggi al bambino, contengono una ricchezza di informazioni cefalometriche di facile lettura e permettono di apprezzare la presenza dell’ipertrofia delle adenoidi, delle tonsille o della mucosa, tutti fattori che possono ostacolare la respirazione nasale.
Quindi, per interrompere il circolo vizioso della respirazione orale che produce la malocclusione, che a sua volta favorisce la problematica respiratoria, è necessario eliminare al più presto la disfunzione associata alla correzione delle alterazioni strutturali a essa conseguenti.
Sarà così possibile ripristinare le normali condizioni respiratorie e occlusali, permettendo una crescita armonica dei mascellari.
Per consentire il recupero di una funzione normale, il bambino va visitato innanzitutto dall’otorinolaringoiatra, che, grazie agli esami specialistici, potrà individuare l’effettiva presenza dell’ostruzione naso-faringea ed eliminarla con una terapia medica e chirurgica.
È possibile che un bambino possa continuare a respirare con la bocca per abitudine, anche dopo che un’ostruzione nasale è scomparsa. A quel punto è necessaria la rieducazione funzionale operata dal logopedista, che permetterà al bambino di “seguire” come respira e gli insegnerà una nuova strategia respiratoria.
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L’ortodontista per le conseguenze della respirazione orale nel bambino
Il lavoro dell’ortodontista, tra queste due figure professionali, ha un doppio scopo:
- correggere le disarmonie scheletriche che la respirazione orale ha prodotto
- e mantenere i risultati scheletrici e occlusali ottenuti, tramite una contenzione attiva fino a crescita ultimata.
In molti casi la risoluzione della contrazione mascellare mediante disgiunzione del palato permette un netto e immediato miglioramento della respirazione nasale.
La stretta collaborazione tra l’otorinolaringoiatra/pediatra, il fisioterapista/logopedista e l’ortodontista è dunque indispensabile per eliminare la causa ostruente, riabilitare la corretta funzione respiratoria e ristabilire un ambiente anatomicamente favorevole a consentire la respirazione nasale.
Solo così è possibile risolvere la problematica in maniera definitiva, garantire una stabilità del risultato ed evitare la recidiva, pena l’insuccesso terapeutico su tutti i fronti.
Se ti accorgi che il tuo bambino respira con la bocca, non aspettare oltre! Contattami per avere informazioni su come risolvere quel problema.
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